Articoli marcati con tag ‘autismo’

Con voce di sirena

Marie Christine Laznik

Il dramma dell’autismo restituito attraverso gli interventi – per la prima volta pubblicati in italiano – che una grande psicanalista dell’infanzia ha tenuto in occasione di convegni specialistici su questa oscura patologia. In un linguaggio piano e semplice, accessibile a tutti, l’autrice ricostruisce alcuni casi clinici di lattanti e bambini nella primissima infanzia scivolati o a rischio di sprofondare nell’autismo e da lei ripresi grazie a una clinica audace e innovativa nella quale la voce
gioca un’importanza fondamentale. È infatti avvalendosi dei risultati delle ultime ricerche di neurocognitivisti e psicolinguisti sul maternese (la lingua particolarissima che tutte le madri usano per rivolgersi ai propri figli) che Marie-Christine Laznik riesce a catturare l’attenzione di bambini il cui sviluppo cerebrale non permette loro di riconoscere la voce e il volto della madre ma che, grazie a lei, non possono fare a meno di portare il proprio sguardo sui genitori, senza più distoglierlo.
Da molti anni attivamente impegnata nella prevenzione dei disturbi pervasivi dello sviluppo, Marie-Christine Laznik ci insegna che è possibile individuare (molto prima di quanto altri test cognitivi permettano) segnali di evoluzione autistica in bimbi sotto i due anni di età, il più evidente dei quali è l’incapaci-
tà dei bebè di provocare il godimento della persona che li accudisce: i futuri autistici non sono bimbetti che amino porgere autonoma-
mente il piedino o la manina alla madre perché li mangi o li riempia di baci. Grazie a questa semplice (ma fondamentale) scoperta, ottenuta mettendo al lavoro le
acquisizioni delle neuroscienze con gli strumenti offerti dalla teoria psicanalitica, Laznik riesce a intervenire in un’età di plasticità cerebrale sino a ottenere, nei casi più fortunati, la completa remissione dei sintomi in piccoli pazienti presi in cura molto precocemente (15 mesi).
Dalle pagine dei suoi resoconti emergono storie cliniche che sono in primo luogo storie di vita: di dolore e di sofferenza dei bambini e, accanto ad essi, dei loro genitori che, davanti al fallimento dei propri tentativi di attirare l’attenzione dei figli, affondano – come loro – in un mare di silenziosa disperazione. Una clinica “umanamente dura” quella di Laznik, in cui la psicanalista non ci nasconde di soffrire insieme ai suoi pazienti e di prova- re per loro paura, ma in cui gli affetti servono a umanizzare e a sostenere l’inventività della cura, non a turbarla.

 

 

 

Autismo e psicanalisi messa in questione

Dal 26 gennaio in Italia l’Istituto Superiore della Sanità ha presentato le nuove linee guida sul trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti in cui si fa esplicito riferimento all’esclusione della psicanalisi fra i trattamenti terapeutici efficaci. A tale documento è stato opposto una petizione sostenuta da diverse associazioni psicanalitiche, oltre che alcuni deputati a difesa delle cure analitiche dei bambini autistici.

Tale polemica, che ora tocca anche il nostro Paese, è scoppiata in Francia dove da tempo è in atto una campagna denigratoria a danno della psicanalisi.

Pubblichiamo qui di seguito l’editoriale dell’ALI che il dott. Charles Melman ha pubblicato il 13 febbraio 2012 indirizzandolo al deputato francese che si è fatto promotore dell’esclusione della psicanalisi dai trattamenti previsti per la cura dei soggetti autistici e che come soci dell’ALI-in-Italia sottoscriviamo. 

 

Al deputato Fasquelle

Signor deputato,
Lei ha appena depositato un disegno di legge mirante a “fermare la pratica psicoanalitica nell’accompagnamento delle persone autistiche, la generalizzazione dei metodi educativi e comportamentali e la ricollocazione di tutti i finanziamenti esistenti riguardanti questi metodi.”
Noi non possiamo che accogliere con favore l’interesse che mostra alle osservazioni rivolte a lei da associazioni di genitori di autistici ostili alla ricerca di fattori psicogenetici. Il suo progetto pone tuttavia due problemi, l’uno di fatto, l’altro di fondo.
Infatti, la generalizzazione attuale del comportamentismo grazie all’autorità di funzionari universitari ha già respinto dai luoghi di cura molti psicoanalisti. Così il vostro progetto non può avere grande effetto su questo terreno. Come aneddoto vorrei dirvi che ho fondato con alcuni colleghi altamente qualificati un’associazione chiamata Préaut e dedicato alla prevenzione dell’autismo infantile. Il suo scopo era quello di informare il corpo dei pediatri su tre semplici segni che potrebbero far loro rilevare precocemente l’ingresso del bambino nell’autismo. Un’indagine epidemiologica avrebbe permesso di verificare statisticamente se, come si è visto spesso, un intervento psicologico fatto prima dei 18 mesi permette di arrestare il processo.
Anche se richiede pochi mezzi finanziari e non può essere negato l’approccio scientifico (oggettivato da filmati), questo ha trovato un terreno occupato da interessi baronali, ideologici, finanziari con i laboratori, che non erano pronti a lasciargli alcuno spazio. Senza dubbio occorrerà che un progetto del genere ci ritorni dal mondo anglosassone perché sia ammesso dalle nostre riviste specializzate.
La seconda osservazione riguarda la sostanza. Non è certo che la nostra rappresentanza politica abbia il diritto di decidere sulle prescrizioni psichiatriche. Formularlo così ricorda che gli interventi politici in questo settore sono stati raramente felici e che una psichiatria di Stato può essere peggio di quello che vorrebbe riparare.
Resto a Sua disposizione nel caso in cui desiderasse ulteriori informazioni.
Cordiali saluti,
Charles Melman

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