DOCUMENTI
Marisa Fiumanò – Commento del cap. XII del seminario “L’angoscia”di Jacques Lacan
Il procedimento adottato in questo capitolo è più che mai di interlocuzione con il suo uditorio: Lacan è preoccupato di farsi capire, di introdurre in modo corretto ciò che vuole insegnare. Il nocciolo del suo discorso ruota intorno alla nozione di “oggetto” in quanto “reale”. L’uso che qui Lacan fa della nozione di “oggetto” ha quindi a che fare col reale.
Maurizio Sali – L’oggetto piccolo a nella sua doppia natura: irruzione di un irrappresentabile e/o possibilità di soggettivazione – Lezione 9 Gennaio 1963
La settima lezione inizia l’analisi più approfondita dell’oggetto piccolo a, inaugurando una seconda parte del seminario.
Questa introduzione è fatta sulla scorta, ovviamente, di quanto affermato in precedenza e, in particolare, rispetto all’idea che il fantasma e l’angoscia abbiano uno stesso luogo, una medesima struttura che li forma. Questa questione sembra essere trasversale in questa lezione e, dunque, da tenere a mente nell’approccio a quale sia lo statuto di questo oggetto piccolo a, così come quale sia la sua funzione in rapporto all’angoscia.
Fabrizio Gambini – L’angoscia da Atene a Kiev
Qualche tempo fa, sollecitato dalla pandemia da Covid 19, dalla quale per altro non siamo ancora del tutto usciti, sono andato a rileggermi la descrizione che Tucidide fa della peste di Atene. Siamo nel 430 avanti Cristo e in piena Guerra del Peloponneso, con l’esercito spartano che assedia Atene. Con la differenza che gli elmetti in Kevlar sostituiscono gli elmi di bronzo, la situazione è in fondo quella di una città ucraina assediata dall’esercito russo e dai mercenari che lo affiancano.
Susana Morath – Lezione del Seminario di Jacques Lacan “L’Angoscia” del 29.05.1963
Alla fine della lezione antecedente a questa, Lacan fa notare come l’origine della catena significante, si disfa in quanto il punto di partenza della stessa catena subisce una forma di dispersione. Quindi l’origine viene equivocato nel mito dell’uccisione del Padre e non attribuito alla metafora. Il mito è un fatto esemplare, idealizzato in corrispondenza a una diffusa partecipazione fantastica o religiosa come ad esempio sono i miti greci. Nel mito originario dell’uccisione del Padre dobbiamo cogliere “la funzione nell’economia del desiderio a partire dall’interdetto impossibile a essere trasgredito” ed è in questo punto che si costituisce il desiderio originale.
Marilena De Luca – Seminario X L’Angoscia – lezione XV del 27 marzo 1963
La lezione che cercherò di affrontare è intimamente connessa alle due precedenti che le colleghe hanno così ben presentato la volta scorsa. E poiché in questa Lacan riprende i temi da loro trattati e il lavoro della Tower, mi auguro che si possa tornare su alcune questioni rimaste in sospeso per mancanza di tempo a disposizione.
Renata Miletto – Seminario L’Angoscia – Lezione XIX del 22 maggio 1963
In questa lezione Lacan introduce l’oggetto voce, per completare la gamma delle relazioni d’oggetto, dopo aver aggiunto agli stadi di Freud, orale, anale, fallico 2 altri oggetti, allo stadio dell’occhio lo sguardo e allo stadio dell’orecchio la voce. Ne parla in quanto generatori di uno specifico tipo d’angoscia. Per quanto siano distinti, avverte che bisogna considerarli legati tra loro da un’intima solidarietà, nessuno potendosi separare dalle ripercussioni che ha sull’altro. Tutti e 5 sono a fondamento del soggetto nell’Altro, e completano la loro funzione nel produrre un resto: è il dramma del desiderio, che resterebbe opaco se l’angoscia non se rivelasse il senso.
Fabrizio Gambini – L’angoisse – Séminaire 1962-1963 – Lezione II e lezione III
Lezione II
21 e 28 novembre 1962
La prima annotazione riguarda ciò che si tratta di insegnare. Trattandosi dell’inconscio, non si insegna solo ciò che non è saputo ma ciò che non può essere saputo. Se non esistesse questo sbalzo incolmabile, l’insegnamento della psicoanalisi si potrebbe concepire come una specie di prolungamento (dunque senza sbalzi, senza interruzioni) di ciò che succede nei controlli dove il controllore interviene solo per dare l’analogo di un’interpretazione, ovvero un apporto mediante il quale qualcosa appare che dà senso a ciò che credete di sapere, che fa apparire in un lampo ciò che è possibile cogliere al di là dei limiti del sapere.
Cristiana Fanelli – Dall’anale all’ideale – Lezione del 19 giugno 1965
Questa lezione è in forte continuità con la precedente. Ed è inoltre una lezione molto densa, con una sua logica interna molto ben scandita, articolata direi in una serie di punti:
1) Da un lato Lacan presenta l’escremento come oggetto causa del desiderio anale. Ci porta quindi in un campo circoscritto, quello della clinica della nevrosi ossessiva;
2) Da un altro lato però Lacan travalica i confini della nevrosi ossessiva e fa dell’oggetto escremento un paradigma. E di cosa? Della funzione-causa che ogni oggetto – al di là della sua forma – svolge. L’oggetto escremento è quello che, meglio di tutti gli altri, illustra questa funzione;
3) A partire da questa considerazione, Lacan si propone di indagare come l’oggetto escremento entri nel processo di soggettivazione – e qui si apre tutta una seconda parte della lezione consacrata al ruolo della domanda dell’Altro – il che permette a Lacan di ricostruire la grana dell’ambivalenza ossessiva e poi di esplorarne il desiderio attraverso il fantasma di Dio onnipotente e onniveggente.
Gaetano Romagnuolo – Lezione VI seminario l’Angoscia
Nel prendere in disamina questa importante lezione, procederò per punti in quanto sono molte le questioni che Lacan affronta qui, tirando le somme di ciò ce aveva avanzato precedentemente. È ovvio che per i limiti di tempo che giustamente ci siamo imposti non potrò approfondire ogni aspetto della lezione, rinviando la cosa alla discussione che seguirà al mio intervento.
Renata Miletto – L’angoscia – Lezione I – 14 novembre 1962
Non è una sorpresa la scelta di Lacan dell’angoscia, come argomento del suo Seminario di quell’anno, com’è potuto sembrare a qualcuno del suo uditorio. Era stato già ampiamente annunciato nel Seminario sull’Identificazione dell’anno precedente, in cui aveva invitato Piera Aulagnier a parlarne, anno in cui si erano svolte delle Giornate provinciali dedicate all’angoscia, di cui Lacan era rimasto insoddisfatto. Ne aveva parlato
non per segnalare qualche incidente nell’identificazione, ma proprio della sua struttura, di quel nodo dove un soggetto incontrando il significante si identifica al suo tratto fondamentale, che lo fa uno, differente da ogni altro e da sé stesso e si identifica poi all’oggetto significato dal significante, restandone diviso, sorgendo quindi come desiderio d’oggetto nello stesso tempo in cui scompare come soggetto. Aveva già dunque segnalato in vari punti il sorgere dell’angoscia.