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Sul limite e sul suo oltrepassamento nella psicosi e nella perversione
A s s o c i a t i o n e L a c a n i a n a I n t e r n a z i o n a l e
ALI-Roma
La donna non esiste (uno studio sulla sessualità femminile)
A s s o c i a t i o n e L a c a n i a n a I n t e r n a z i o n a l e
ALI-Roma
L’identificazione
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ALI-Roma
Giornate di studio – “Le mutazioni della famiglia”
A s s o c i a t i o n L a c a n i e n n e I n t e r n a t i o n a l e
ALI-Milano
ALI Rhône-Alpes
Casa della Cultura promuovono le
Giornate di studio
Le mutazioni della famiglia
27 e 28 febbraio 2021
Casa della Cultura – Via Borgogna, 3 – Milano
Responsabili:
Alessandro Bertoloni, Marisa Fiumanò, Jean-Paul Hiltenbrand, Susana Morath, Françoise Rey
La famiglia non esiste più, o quasi. E nessuno ha niente da dire, o quasi.
Perché noi, invece, ci occupiamo della famiglia?
Forse per animare una discussione sociologica in prospettiva storica? O per fare
dell’archeo-psicologia? O addirittura per allinearci a propositi di riaffermazione di valore
tipici della religione più diffusa o di qualche discorso politico?
Niente di tutto questo.
Il fatto è che l’estinzione della famiglia, come è da intendersi tradizionalmente, è il
segno, tra i più evidenti, della caduta dell’eteronomia, cioè del fatto che nella nostra
società il posto occupato da un principio organizzatore (padre, fallo, dio…) è vuoto.
Conseguentemente, ci troviamo di fronte alla svariata fenomenologia delle famiglie
di oggi (monoparentali, affidatarie, omosessuali, ma anche esito della scelta di una donna
senza partner di affidarsi alla procreazione medicalmente assistita, oppure slegate dalla
necessità della convivenza…): non più necessariamente prodotte da un atto sessuale ma
fondate sul sentimento, con l’incertezza che ne deriva. Un’incertezza a cui spesso un
bambino è chiamato a far fronte, caricato di un’istanza che non gli spetta: egli diventa così
una proprietà dei genitori che lo preparano a intraprendere la sua strada, la via che
preferisce, slegandolo dalla solidarietà familiare, che sarebbe il “luogo” in cui si apprende
l’apertura al sociale.
La psicoanalisi ha il compito di intervenire in questa situazione sia per analizzarla sia
per riaffermare il valore simbolico, umanizzatore, dell’atto sessuale. È da questa
“prospettiva” che il desiderio può essere riattivato e si apre la strada al riconoscimento
dell’alterità: di quel principio Altro attorno al quale si organizza l’istituzione familiare.
Giornata preparatoria al Seminario d’estate sul seminario “La relazione oggettuale”
Associazione Lacaniana Internazionale In Italia
Giornata preparatoria al Seminario d’estate che si terrà a Lisbona
“LA RELAZIONE OGGETTUALE”
Seminario IV di J. Lacan (1956-1957)
sabato 8 giugno 2019 dalle 10.30 alle 17.30
ROMA
Perché tornare sul Seminario IV?
Perché affronta sul nascere questioni brucianti e continuamente rinnovantesi della clinica della modernità: dal (dis)funzionamento della costellazione familiare, alle conseguenze del dilagare dei narcisismi, alle sempre più complicate vicissitudini della scelta d’oggetto, all’arretramento del desiderio di fronte alla forza dirompente dei godimenti, alla labilità di ogni tentativo di tracciare frontiere rigide fra nevrosi, psicosi e perversione…
Intervengono
J.P Beaumont (Presidente ALI Parigi), G.Belli (ALI Roma), M. Darmon (ALI Parigi), F. Gambini (ALI Torino) , J. Jerkov ( ALI Roma), A. Jesuino Ferretto (ALI Parigi), R. Miletto (ALI Torino), S. Nicoletti (ALI Roma), G. Romagnuolo (ALI Napoli), Thatyana Pitavy (ALI Parigi), Graciela Peña Alfaro (Torino) e altri…
Indirizzo: Centro Universitario “Regina Mundi” – P.le Aldo Moro,9 – ROMA
Per maggiori informazioni: Blanca Sofia Bresani – Segretario ALI Roma – cell. 338 7370721
sabato 14 aprile, Torino – Le strutture freudiane delle psicosi
A L I i n I T A L I A
ASSOCIAZIONE LACANIANA INTERNAZIONALE in ITALIA
sabato 14 aprile 2018 h.9,30-17.00
C.so Vittorio Emanuele II, 172
Torino
Giornata di preparazione al Seminario d’estate 2018
J.Lacan Seminario III
Le strutture freudiane delle psicosi
Il Seminario III Le strutture freudiane delle psicosi è uno dei primi seminari, tenuto da Lacan nel 1955-56. L’argomento s’imponeva nel proseguimento dello studio sull’io dell’anno precedente, la sua struttura immaginaria, la divisione del soggetto che comportava, l’intreccio RSI che lo costituiva. La psicosi veniva così a testimoniare gli effetti del difetto del suo annodamento, nella sua struttura fondamentalmente paranoica. La nozione di forclusione dal simbolico è avanzata come centrale e discriminante rispetto alla nevrosi. Il Seminario III resta la base imprescindibile del successivo sviluppo dell’insegnamento di Lacan non solo sulla psicosi, ma sull’inconscio freudiano in rapporto al linguaggio, sul discorso della psicoanalisi.
Lo studio oggi di questo Seminario e della struttura della psicosi è arricchito dai contributi dei suoi allievi, M.Czermak e Ch.Melman tra i primi, che lavorano la funzione del NdP, gli effetti della sua forclusione sull’oggetto a, modalità di rigetto psicotizzanti, come la ricusazione, la pluralità dei NdP, le condizioni che renderebbero possibile il farne a meno, il transfert, …
Ci ritroviamo oggi a confrontare i nostri contributi a questo studio, dopo aver messo alla prova nella nostra pratica, gli insegnamenti di chi ci ha preceduto.
Interverranno: P.C.Cathelineau, M.Darmon, V.Hasenbalg, T.Pitavy, J.Jerkov, R.Miletto, G.Pena Alfaro, G.Romagnuolo, L.Testa
Quota di iscrizione: 30 euro, 10 per gli studenti
Dove: Associazione lacaniana internazionale-Torino C.so Vittorio Emanuele II, 172 – 10138 Torino
Per informazioni: Tel. 011 4340539-3288433634
sabato 20 maggio, Napoli – INCONTRO SUI SEMINARI DI J. LACAN SULL’IO E LA TOPOLOGIA E IL TEMPO
Quest’anno i seminari che ci hanno messo al lavoro sono stati il seminario L’io nella teoria di Freud e nella tecnica della psicoanalisi (1954-1955) e La topologia e il tempo(1978-1979).
Se diverse sono le questioni messe in campo in questi seminari, che si situano in momenti molto lontani fra di loro nell’insegnamento di Jacques Lacan, entrambi però interrogano la pratica analitica a partire da ciò che fa resistenza. È la struttura che resiste ed in questo è equivalente alla topologia.
Nel seminario del 1954-1955 Lacan ribadisce che la psicoanalisi non è una Psicologia dell’io (Ego-psychology) e che occorre mantenere aperta la faglia del soggetto, la sua divisione costitutiva, la sua Spaltung, per fare posto a ciò che si ripete e che insiste nel dire per farsi intendere. Solo così si può operare la rettifica del nostro rapporto con la realtà psichica: «Là dove s’era, è mio dovere che’io venga ad essere».
Nel seminario del 1978-1979 sono ancora delle consistenze immaginarie a fare da ostacolo a ciò che tocca il reale, e qui Lacan sembra valorizzare ancora di più l’Es, ossia ciò che non può passare nel dire ma che la topologia permette di metaforizzare nel tempo proprio del soggetto dell’inconscio e della pratica analitica.
Parteciperanno all’incontro: R. Armellino, P.C.Cathelineau, M.Darmon, M. Fiumanò, F. Gambini, F.Goian, J. Jerkov, R.Miletto, S. Nicoletti, P. Piunti,T.Pytavi, G. Romagnuolo, L. Testa
Contributo per l’attività: 20 euro, 10 per gli studenti
Quando: 20 maggio 2017, h.9.30- 13.00, 14.30 -17.00
Dove: via dei Cimbri 23 (angolo via Duomo), 80138, Napoli
Per informazioni: scrivere ad associazione.lacaniana@gmail.com
Torino, 14 maggio 2016 – Il primo e l’ultimo
A L I i n I T A L I A
ASSOCIAZIONE LACANIANA INTERNAZIONALE
in ITALIA
IL PRIMO E L’ULTIMO
Ci ritroviamo per discutere su alcuni punti emersi dalla lettura che abbiamo fatto quest’anno del I Seminario di J.Lacan, Gli Scritti tecnici di Freud, 1953-54 e dell’ultimo, Le moment de conclure, 1977-78. Qualcuno cercherà di mettere a confronto i due seminari, altri porteranno la loro riflessione su qualche argomento di uno dei due. Brevi interventi che ci permetteranno di discutere, di fare i nostri tagli nel tessuto dell’insegnamento di Lacan, di rifare i nostri nodi e le nostre trecce, dall’inizio alla fine, con Reale, Simbolico ed Immaginario.
Interverranno: P.C.Cathelineau, M.Darmon, F.Goian, F.Gambini, J.Jerkov, R.Miletto, S.Morath, G.Pena Alfaro, P.Piunti, L.Testa, J.Venneman
Qui di seguito alcuni testi della giornata pubblicati sul sito internazionale ALI:
Quota di iscrizione: 30 euro, 10 per gli studenti
Quando: 14 maggio 2016, h.9.30- 17.0
Dove: C.so Vittorio Emanuele II, 172, Torino
Per informazioni: Associazione lacaniana internazionale-Torino C.so Vittorio Emanuele II, 172 – 1013
Marisa Fiumanò – Elogio della rimozione
Che cosa hanno in comune il suicidio-omicidio del pilota della Lufthansa e la piccola – numericamente e solo per caso perché l’intenzione di Claudio Giardiello era di continuare ad uccidere –, strage del 9 Aprile all’interno del tribunale di Milano? A una prima riflessione niente, tant’è che nessun accostamento è stato fatto, a parte nei pensieri segreti di ciascuno di noi che assiste impotente al disordine sociale che ci circonda. Niente, ragionevolmente, perché Andreas era pazzo, un pazzo lucido, certo, ma riconosciuto come “depresso” o “malinconico”, in cura con psicofarmaci e con strane idee di grandezza, alla ricerca di unmodo eclatante, e non importa a che prezzo, di scrivere il suo nome nella Storia. Nel caso di Mlano, invece, la “causa” è piuttosto banale bancarotta, evasione fiscale “maldestra” come la definisce Gad Lerner nel suo articolo su Repubblica del 10 Aprile, scritto a caldo, come del resto sto facendo io. Fatti del genere, stragi insensate, omicidi impulsivi o piuttosto compulsivi, accadevano, fino a poco tempo fa, in America o nelle malinconiche città del Nord Europa.
Noi abbiamo conosciuto il terrorismo e la mafia, certo, che non sono da meno quanto agli esiti, Oggi temiamo gli attacchi minacciati dall’Isis, ma la furia omicida che viene da uno qualsiasi che rifiuta la legge che regola la convivenza civile, è qualcosa che ci lascia increduli e un po’ più sgomenti del solito. Perché il signor Giardiello non è pazzo, non nel senso che diamo tradizionalmente a questa parola, è solo qualcuno che rientra perfettamente in quella che un mio maestro, Charles Melman, ha definito “la nuova economia psichica”, vale a dire un modo di funzionamento che ci riguarda tutti, per fortuna in gradi diversi. In questa nuova economia psichioca quello che conta di più è godere, il più possibile e ognuno come gli pare, e pazienza se questo disturba il prossimo. L’importante è accaparrare: denaro, beni, donne, potere. Alla faccia di chi non ci riesce. Se poi non si può più perché non eliminare chi ci ostacola? Meccanismo facilmente comprensibile e banale se non ci scappassero dei morti, vite piene fino a un attimo prima, in questo caso anche vite spese in modo utile, generoso, per il bene comune: un magistrato che delibera in un campo minato, un avvocato che non esegue le indicazioni del suo cliente.
Non possiamo però spiegare ogni avvenimento valutando soltanto le particolarità del caso perché è una modalità d’analisi insufficiente. Episodi di matrice diversa si susseguono lasciandoci sempre più disorientati.
Riprendo allora l’interrogativo iniziale: c’è qualcosa che accomuna la strage della Lufthansa e la vendetta dell’imprenditore fallito? Forse entrambi hanno a che vedere col fatto che il meccanismo centrale che regola il nostro funzionamento psichico, e di conseguenza quello sociale, è andato in panne? Intendo parlare della rimozione, concetto inventato da Freud, meccanismo regolatore della psiche che serve a renderci un po’ meno selvaggi, meno paranoici, meno aggressivi, meno fondamentalmente violenti di quanto spontaneamente saremmo se la rimozione non funzionasse.
La rimozione è quindi un meccanismo civilizzatore. Non intendo fare l’elogio della rimozione totale, che ci renderebbe disumani, automi, ma della rimozione delle pulsioni più primitive e pericolose. Una rimozione temperata, che ci permetta di vivere e desiderare senza aggredire, rubare, usurpare il posto altrui, ingannare il nostro prossimo, dettata da una legge solidale con un’etica.
Anche le Tavole della Legge, i famosi Dieci Comandamenti, dettano i principi fondametali della rimozione: non uccidere, non rubare, non dire falsa testimonianza, non volere la donna altrui etc. Non dicevano però : non desiderare o non godere. Semplicemente stabilivano dei limiti.
La loro validità resta intatta ancora oggi, anche se siamo laici. La nuova economia psichica in cui siamo immersi, tendenzialmente non tiene conto né della rimozione né della legge. In un mondo in cui tutto può sembrare possibile, se la rimozione s’inceppa, niente, invece, è più possibile. Paranoia e diffidenza aumentano, il legame sociale s’indebolisce.
L’evoluzione civile riuscirà a padroneggiare la pulsione aggressiva e autodistruttrice degli uomini? Se lo chiedeva Freud, amaro e disincantato, nel concludere il suo Disagio nella civiltà ( 1929), scritto per ordinare le idee dopo la carneficina della prima Guerra Mondiale. Ce lo chiediamo anche noi, con un pizzico di scetticismo sul progresso dell’umanità, ma confidando in una rimozione temperata e condivisa che è, in ultima analisi, alla base di ogni democrazia.
Marisa Fiumanò