Associazione Lacaniana Internazionale in Italia

Tout doit tourner autour des écrits à paraître
Tutto deve ruotare attorno agli scritti che verranno ad essere
Nota italiana

 

Il 15 luglio 2010 si è costituita a Roma l’Associazione Lacaniana Internazionale in Italia ( ALI-in-Italia) che federa le associazioni storiche di Milano, Napoli, Roma e Torino. I nuclei di queste associazioni sono stati creati da analisti che per primi hanno introdotto in Italia l’insegnamento di Lacan: Muriel Drazien, Paola Caròla, Costantino Gilardi. Alla terna originaria del “Tripode” voluto da Lacan nuovi anelli sono andati aggiungendosi sino a costituire – con l’apporto delle nuove generazioni– una catena che, da un capo, si allunga sino a coprire tutto il territorio nazionale da Torino, Genova e Milano, attraverso Roma e Napoli fino a Catania per arrivare, dall’altro, sino all’Association Lacanienne Internationale (ALI) di Parigi nella cui filiazione l’ALI-in-Italia esplicitamente si riconosce.

L’Associazione riunisce quanti, fra analisti e non analisti operanti oggi sul nostro territorio nazionale, sono convinti dell’impossibile conciliazione tra verità e sapere e desiderano sostenere il proprio rapporto con il Reale inscrivendolo all’interno di un lavoro comune che permetta di  mantenere viva la faglia del sapere inconscio. Il desiderio e l’intervento di Charles Melman sono stati determinanti per la sua realizzazione. Nel solco aperto dalla parola di Lacan, Charles Melman ha voluto che la nostra Associazione si organizzasse attorno alla struttura pulsante del cartel di presidenza – una struttura, cioè, funzionale alla produzione di un lavoro animato da un transfert, allo stabilimento di regole per fondare il lavoro su principi diversi dal leaderismo (chefferie), allo sviluppo della circolarità e permutazione delle funzioni al proprio interno. Al primo cartel di presidenza, formato da analisti di seconda generazione, Mario Bottone, Marisa Fiumanò, Janja Jerkov e Renata Miletto, è stato affidato il compito e la responsabilità di inaugurarne il funzionamento.

Dal lontano 1973, in cui J. Lacan esortava i primi analisti formatisi alla sua Scuola ad assumere il rischio di operare con una verità che non può dirsi tutta (giacché non vi è rapporto sessuale che possa essere messo in scrittura), il discorso della psicanalisi lacaniana in Italia si trova oggi confrontato a nuove impasses e a nuovi obiettivi.

Se un’Associazione psicanalitica può e deve garantire il rapporto dell’analista con la formazione che essa dispensa, la trasmissione dell’insegnamento da un soggetto all’altro può avvenire solo per le vie di un transfert di lavoro giacché, per ogni analista, la trasmissione costituisce parte inseparabile della clinica stessa. Tale transfert dovrà necessariamente raccordarsi al lavoro sviluppato da un’Associazione o una Scuola, luoghi cioè in cui entrino in tensione la lettera e l’esperienza, l’individuale e il sociale e dove il soggetto possa prendere la formazione come principio di un’azione propria di cui riuscire a rendere conto. Come ogni esperienza inaugurale, l’azione implica anche una dimensione di denuncia delle derive della psicanalisi che ne frenano il progresso e degradano l’impiego. Lo statuto della psicoanalisi oggi in Italia, la diaspora del movimento psicanalitico, anche lacaniano, impegnano ALI-in-Italia a costituire al suo interno e ad aprire all’esterno un luogo di lavoro che, rispettoso della storia e dell’appartenenza di ciascun analista, promuova il discorso della psicanalisi, la sua specificità e la sua ricchezza. Il compito di analisi e di cura del sintomo individuale così come di lettura di quello collettivo è affidato infatti ad ognuno, ma non senza gli altri.

Coerentemente con tale obiettivo il sito dell’ALI-in-Italia che qui si inaugura vuole offrire un luogo privilegiato in cui chi lo desideri possa portare (in forma di lavori, osservazioni, comunicazioni, interventi) la propria personale testimonianza contribuendo in tal modo a circo-scrivere il Reale dell’inconscio che non cessa di sottrarsi.

 

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