14 marzo, Roma – ATTUALITA’ DEL MASOCHISMO DA FREUD A LACAN
Conferenza di Marisa FIUMANO’
Psicanalista membro di ALI-Milano
Direttrice del Laboratorio Freudiano di Milano
Nell’insegnamento di Lacan la questione del desiderio è posta al cuore dell’esistenza umana: è questo desiderio che fa l’essenza dell’uomo o della donna. Il desiderio, che è innanzitutto desiderio sessuale.
Il desiderio di cui parla Lacan non è però un desiderio senza barriere, senza limiti, ma è compatibile con le due forme d’impossibile che sono la sessualità – con l’asimmetria che comporta fra gli uomini e le donne – e la morte. Tutti i conflitti fra gli esseri umani nascono dalla lotta contro queste due forme d’impossibile o dal tentativo di rimuoverle. La scienza rimuove la morte, ad esempio, e il totalitarismo rimuove la donna, perché è Altro – come rimuove ogni diversità non assimilabile.
Il contributo di Lacan consiste nel fare del desiderio, compatibile con l’impossibile, l’essenza dell’uomo, di farne il centro del suo discorso. Un desiderio che tenga conto del fatto che i sessi sono due ed entrambi mancanti di qualcosa e che il tempo della vita è limitato dalla sua fine. Questo valorizza la vita, la rende intensa, degna.
La nevrosi è incentrata sulla ripetizione e sull’attaccamento al sintomo. A trenta o a sessant’anni succede che si ripetono gli stessi scacchi, le stesse impossibilità, le stesse scelte amorose. L’analisi invece, mantiene vivo il desiderio e rinnova le scelte che si possono fare in una vita. In questo senso è un elisir di giovinezza.
Il masochismo più comune, ordinario, nevrotico, che mantiene il soggetto aldiquà di una posizione sessuata è innanzitutto rinuncia al desiderio.
Nell’attualità del masochismo, si rivela l’ostacolo più duro, il sintomo più resistente al progresso del soggetto in analisi.
Secondo Charles Melman l’essenziale dell’insegnamento di Lacan è la questione del desiderio posta al cuore dell’esistenza umana: come parla un uomo? Che cosa fa la sua essenza e che cosa lo distingue da un animale? Spinoza l’aveva detto prima di Lacan: il desiderio. Il desiderio è la sede dell’unità dell’uomo, ciò che regola il suo tempo e comanda la sua azione. Il bisogno regola l’animale mentre l’uomo è regolato dal desiderio. Un desiderio che, occorre porvi l’accento, è innanzitutto desiderio sessuale.
Il desiderio di cui parla Lacan non è però un desiderio senza barriere, senza limiti, un desiderio alla Guattari – è il caso di affermarlo perché in Italia negli anni Settanta questa deriva del concetto di desiderio ha avuto tanta fortuna – ma un desiderio compatibile con le forme d’impossibile.
E quali sono le forme di quest’impossibile? La sessualità, con l’asimmetria che comporta fra gli uomini e le donne, e la morte. Tutti i conflitti fra gli esseri umani nascono dalla lotta contro queste due forme d’impossibile o dal tentativo di rimuoverle. La scienza rimuove la morte, ad esempio, il totalitarismo rimuove la donna – perché è alterità – così come tutte le forme di alterità che incontra, ogni diversità non assimilabile. Il contributo di Lacan consiste nel fare del desiderio, compatibile con l’impossibile, l’essenza dell’uomo, di farne il centro del suo discorso. Un desiderio che tenga conto della castrazione: del fatto che i sessi sono due ed entrambi mancanti di qualcosa e che il tempo della vita è limitato dalla sua fine. Questo valorizza la vita, la rende intensa, degna.
La nevrosi, pur con un enorme dispendio di energie, protegge da queste due forme d’impossibile, mantiene giovani. La nevrosi è incentrata sulla ripetizione e sull’attaccamento al sintomo. A trenta o a sessant’anni si ripetono gli stessi scacchi, le stesse impossibilità, le stesse scelte amorose. Un’analisi invece permette di invecchiare, in un certo senso, e al tempo stesso mantiene vivo il desiderio e rinnova le scelte che si possono fare in una vita. In questo senso è un elisir di giovinezza.
Il masochismo più comune, invece, ordinario, nevrotico, che mantiene il soggetto aldiquà di una posizione sessuata e che lo infantilizza, è innanzitutto rinuncia al desiderio. Nelle cure ci imbattiamo in un masochismo che si presenta come ripetizione di uno scacco e di una rinuncia che ha sempre le stesse forme. È l’ostacolo più duro, la resistenza più violenta al progresso di un’analisi.
di Marisa Fiumanò
dove: Via dei Riari 78, Trastevere, Roma
quando: 13-14 marzo 2015